Spesso nei pazienti notiamo un’iperestensione della falange distale del I dito che può provocare una serie di problematiche collegate al traumatismo dell’unghia con la calzatura, come:
- Onicocriptosi;
- Onicodistrofia;
- Onicolisi;
- Onicomicosi;
- Esostosi sub ungueale;
- Ipercheratosi o lesioni apicali;
- Bucatura delle calzature.
Tutte queste patologie sono spesso dolorose per il paziente ed è bene identificarle precocemente, capire sin da subito la causa che le ha scatenate, oltre a intervenire sul sintomo.
Per comprendere come intervenire sul paziente, si deve analizzare la componente biomeccanica che scatena questo movimento della falange.
Questo meccanismo di iperestensione si può verificare nella fase finale dell’appoggio intermedio e in fase di propulsione ed è strettamente legato alla funzionalità del I raggio e della I metatarso – falangea (MTF).
Per avere un’ottimale fase propulsiva necessitiamo di una corretta funzionalità del I raggio e della I MTF ovvero si devono attivare tutti quei meccanismi durante la fase di appoggio che permettono una plantarflessione del I raggio e una dorsi flessione della IMTF. I meccanismi in esame sono prevalentemente legati ad una corretta funzionalità di stabilizzazione del tendine del muscolo peroneo lungo che permette una plantarflessione stabile e prolungata della I testa metatarsale al terreno e dal meccanismo Windlass. Se avviene tutto ciò, viene promossa correttamente la dorsiflessione della IMTF.
In caso questi meccanismi di stabilità dovessero venir meno (le cause verranno trattate in altri post), si ha una ridotta “stiffness” (rigidità) del I raggio, una mancata dorsiflessione della IMTF e un trasferimento di carico alle dita minori, ed è proprio in questa fase che abbiamo un’iperattivazione dell’estensore lungo dell’alluce che per compenso cerca di estendere la falange.
Quindi, oltre che al trattamento diretto della problematica per cui il paziente viene in studio, è fondamentale correggere la componente biomeccanica scatenante.
Si valuta eventuali correzioni di retropiede per ripristinare i meccanismi di stabilità, ma spesso si può intervenire con supporti di avampiede e in particolare uno strumento nel nostro armamentario podologico chiamato CLUFFY WEDGE.
Il cluffy wedge si divide in due tipologie:
- Lungo: promuove una dorsiflessione della falange distale (che non prenderemo in considerazione in questo post)
- Corto: ne parleremo proprio qua sotto!
Nello specifico, è un tassellino fatto di materiale tipo LATTICE o EVA di DIVERSI SHORE posizionato al di sotto dell’interfalangea del I dito in posizione sottodiafisaria. Si limita a lavorare solamente il I dito nella sua larghezza senza interferire sul II dito, con un bordo di almeno 45° e il punto più alto proprio sulla rima articolare.
Per il suo posizionamento, è importante tener conto della deviazione eventuale in valgismo del dito perché l’orientamento del Cluffy deve essere nella stessa direzione della rima articolare e perpendicolare alla falange per aver maggiore efficacia.
Il cluffy wedge può essere inserito nel contesto di una terapia ortesica plantare, e in questo caso importante dopo la termoformatura conservare le dita per i punti di posizionamento, ma anche solamente aggiunto a solette estraibili nelle calzature sportive o fatte su misura con presa d’impronta con carta podografica, segnando come punti di repere parte distale falange prossimale e parte prossimale falange distale (è più facile a farsi che a dirsi).
Avete presente la correzione sull’avampiede del cuneo cinetico? La parte distale del cuneo cinetico sul I dito è proprio un cluffy wedge!
Per concludere, partendo da semplici problematiche che ritroviamo nei nostri studi quotidianamente, possiamo contestualizzare e correggere in maniera FUNZIONALE il problema!
La valutazione podologica è fondamentale per arrivare a una soluzione.
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