L’unghia incarnita è una condizione podologica di ricorrenza frequente nei nostri studi podologici, in quanto può limitare seriamente la deambulazione o l’attività sportiva ed indurre processi infettivi piuttosto severi e pericolosi, specialmente nei pazienti anziani, diabetici o con compromissione del circolo sanguigno.
Una porzione di unghia, detta spicola, tende a penetrare nel tessuto cutaneo circostante, detto perionichio causando inizialmente eritema, gonfiore e dolore e se non trattata si può arrivare fino alla formazione di un granuloma piogenico con essudazione ed infezione.
È colpito soprattutto l’alluce ma può manifestarsi anche nelle dita minori, prevalentemente negli uomini e negli adolescenti tra I e II decade di vita, ma può interessare qualsiasi fascia d’età.
Le cause più comuni sono:
- Taglio errato con forbice o strumenti non adatti
- Iperidrosi
- Calzature strette o poco idonee
- Traumi diretti
- Alterazioni della deambulazione e dell’anatomia del piede (es alluce valgo)
- Sovrappeso
- Conformazione o spessore della lamina ungueale
- Cause iatrogene
Per la prevenzione e il trattamento dell’onicocriptosi, il podologo si rivela una figura di indispensabile importanza.
La falsa credenza per eccellenza da evitare in questi casi è il PEDILUVIO, in quanto causa un indebolimento della cute circostante l’unghia, favorendone ancor di più la penetrazione della lamina ungueale e facilitando la formazione di un processo infettivo acuto.
Il primo passaggio da attuare è necessariamente una buona antisepsi con un detergente antibatterico, la rimozione della spicola ungueale e il trattamento di un eventuale granuloma tramite gel astringente o altri preparati. Dopo aver trattato la fase acuta, si indaga sull’eziologia che può essere multifattoriale.
La nostra esperienza in biomeccanica ci porta sempre a dare molta attenzione questa causa, in quanto trattando le alterazioni della deambulazione tramite ortesi plantari o suolette con correzioni avampodaliche spesso si risolvono recidive frequenti.