Lavorando in un contesto multidisciplinare, affiancati da fisioterapisti e da medici altamente qualificati, da molti anni abbiamo inserito nel protocollo del trattamento delle tendinopatie degenerative (tendinosi) e delle fasciopatie plantari (fasciosi) le onde d’urto focali ed ecoguidate.
Sia le fasciosi plantari che le tendinosi achillee o dei principali tendini di scorrimento del piede come tibiale posteriore, tibiale anteriore o peronieri, hanno come caratteristica comune la degenerazione delle fibre del tessuto con perdita della struttura e della funzione dello stesso. Possono essere associate, ma non sempre, a infiammazione della guaina, del peritenon o dei tessuti circostanti, pertanto sono caratterizzate da una fase acuta seguita da una lunga fase cronica. In questa fase generalmente il paziente riferisce dolori e rigidità al mattino, acutizzazione con l’aumentare del carico.
Parleremo approfonditamente dell’utilità della terapia ortesica plantare per scaricare i tessuti danneggiati, ottimizzare il carico e ridurre notevolmente il dolore in questa fase così come degli esercizi di rinforzo della muscolatura intrinseca ed estrinseca del piede per migliorare la tolleranza al carico di piede, caviglia e in generale di tutto l’apparato locomotore… ma come si ripara il danno e la degenerazione tendinea senza ricorrere alla chirurgia?
Le onde d’urto (ESWT: Extracorporeal shock wave therapy) sono onde d’urto acustiche che, grazie alla loro azione meccanica, riescono a stimolare reazioni biologiche in grado di innescare una riparazione del tessuto tendineo. Grazie alla capacità di meccano-trasduzione le cellule avvertono le forze meccaniche generate dalle onde d’urto e le trasformano in risposte di tipo biochimico. Sul tessuto tendineo in particolare incrementano la sintesi dei fattori di crescita endoteliali vascolari (VEGF), stimolano la crescita dei fibroblasti, il metabolismo dei tenociti e limitano i processi infiammatori.
Esistono due tipi di onde d’urto:
- Onde d’urto focali caratterizzate da una pressione di picco > 500 bar, durata < 10 µs, innalzamento della pressione < 10 ns;
- Onde d’urto radiali caratterizzate da una pressione di picco < 10 bar, durata intorno ai 1000 µs innalzamento di pressione > 300 ms.
Con le focali, a differenza delle radiali, oltre ad avere una pressione di picco notevolmente più alta, possiamo convogliare l’intera dose terapeutica sul punto target.
Per avere il massimo risultato è essenziale abbinare alle onde d’urto focali un corretto centraggio ecografico per indirizzare la fonte terapeutica sulla zona interessata e alla giusta profondità, promuovendo così la riparazione del tessuto miratamente nel punto dov’è più danneggiato.