Il Tendine d’Achille è il tendine più spesso e robusto del corpo umano. Esso collega il muscolo tricipite surale alla faccia posteriore del calcagno. E’ formato dall’unione di 3 tendini di muscoli diversi, ovvero il Gastrocnemio mediale, il Gastrocnemio laterale ed il Soleo.
La Tendinopatia achillea è una classica patologia da sovraccarico funzionale, in cui i microtraumi ripetuti determinano delle alterazioni strutturali tendinee che ne riducono la resistenza meccanica esponendolo ad ulteriori lesioni. I fattori predisponenti la Tendinopatia achillea si suddividono in fattori intrinseci se legati alle caratteristiche individuali ed estrinseci se indipendenti dalle caratteristiche del soggetto. I principali fattori intrinseci sono la scarsa vascolarizzazione del tendine d’Achille al suo terzo medio, età avanzata, sovrappeso, difetto posturali o dell’appoggio plantare, dismetrie agli arti inferiori, deficit ed asimmetria di forza ed elasticità, pregressi traumi. I principali fattori estrinseci sono scorrette tecniche di allenamento o di lavoro, calzature inadeguate, terreni di gioco o superfici di lavoro eccessivamente dure, assunzione di farmaci tossici per i tendini
Dal punto di vista anatomo-patologico si classificano in due grandi categorie:
- tendinopatie inserzionali: localizzata in un’area entro i 2 cm dall’inserzione calcaneare. Essa ha una prevalenza del 20-25% ed è caratterizzata da degenerazione inserzionale con ispessimento, micro calcificazioni e lesioni parziali. Frequentemente è accompagnata da borsite superficiale e/o retrocalcaneare;
- non inserzionali: localizzata invece nella zona compresa tra i 2 cm ed i 6 cm dall’inserzione sul calcagno, zona interessata da una minore irrorazione ematica. Questa tipologia di tendinopatia cronica è la più frequente (55-65%) e potenzialmente la più insidiosa, perché è associata ad una maggiore incidenza di rottura sottocutanea del tendine d’Achille.
TRATTAMENTO CONSERVATIVO
Il trattamento conservativo è il primo approccio alle Tendinopatie achillee croniche, mentre la chirurgia è riservata in caso di fallimento delle terapie conservative per almeno 6 mesi.
- Esercizio Fisico: Lo scopo dell’esercizio è fornire carico meccanico al tendine per promuovere il rimodellamento, diminuire il dolore e migliorare la resistenza e la forza dei muscoli del polpaccio e la funzione della parte inferiore della gamba;
- Terapie fisiche:
- Laser
- Onde d’urto
TERAPIA ORTESICA PLANTARE: costituisce un’arma fondamentale nel trattamento conservativo di tale patologia. Essa deve essere integrata in un attento protocollo di lavoro in base alle caratteristiche fisiche ed abitudinali del paziente ed hanno come scopo quello di migliorare la patomeccanica che ha causato o può aver causato una degenerazione tendinea. In particolare, in questo contesto, ci troveremo spesso di fronte a un piede tendenzialmente cavo, associato accorciamento catena cinetica posteriore e limitato ROM (Range di Movimento) dell’articolazione Tibio Tarsica. L’intervento specifico per questo tipo di pattern di cammino sarà quello di riequilibrare la giusta meccanica del passo e detendere il tendine attraverso l’inserimento di un rialzo calcaneare.