La deformità del piede piatto acquisita nell’adulto è un disturbo comune che colpisce più spesso popolazione di età superiore ai 50 anni, specialmente di sesso femminile.
Perché più le donne? Questo aspetto è correlato con la menopausa: cambiano i rapporti ormonali e si ha un indebolimento delle strutture di contenimento come legamenti e tendini.
Si presenta solitamente con assenza o riduzione sostanziale dell’arco longitudinale mediale sia da sdraiato (piede piatto congenito) sia in ortostasi, con conseguente collasso del mesopiede quando il paziente si trova in piedi.
Subentra comunemente con la degenerazione del tendine del muscolo tibiale posteriore, che normalmente funziona come “sollevatore” dell’arco mediale; una sua disfunzione può portare a danni anche ad altre strutture legamentose e può essere associato anche lesioni al legamento deltoideo e alla fascia plantare.
Il disturbo può avere origine già nell’infanzia con ripercussioni nell’età adulta (piede piatto congenito), che verrà trattato in un articolo a parte, oppure essere causato da un danno strutturale traumatico o da una patologia cronica ad es. a carattere artritico (piede piatto acquisito).
Le cause principali possono essere:
- Cause congenite: ereditarie, piede piatto dalla nascita (infantile);
- Cause sistemiche secondarie: piede piatto post traumatico, alterazioni neurologiche, artrosi degenerativa, artrite reumatoide, piede di Charcot (piede diabetico), SOVRAPPESO;
- Cause meccanica: medializzazione dell’asse dell’articolazione sottoastragalica, avampiede varo – supinato, lassità legamentosa, sindrome da ipermobilità (> nella donna in gravidanza e post menopausa), deficit del tibiale posteriore primario o secondario, sindrome pronatoria.
Nell’adulto si manifesta una deambulazione apropulsiva, priva di meccanismi di ammortizzazione e di stabilizzazione, con associata protrusione dello scafoide, collasso dell’arco longitudinale mediale e passo abdotto.
Il dolore si manifesta molto frequentemente a livello della fascia plantare (soprattutto la componente mediale e centrale e a livello dell’entesi), al tibiale posteriore, all’alluce (quando associato all’alluce valgo), alle teste metatarsali, associato a ipercheratosi, e in generale alle componenti retromalleolari mediali del piede; può anche comparire dolore a livello della zampa d’oca del ginocchio.
Il podologo può aiutarti a trovare la soluzione più adatta a te!
Come si cura quindi il piede piatto nell’adulto?
- Plantare RIGOROSAMENTE CUSTOM MADE, fatto su misura;
- Calzature adatte (ATTENZIONE alle scarpe cedute sull’interno!!!);
- Esercizi per la muscolatura intrinseca ed estrinseca del piede.
L’approccio terapeutico in questo caso è molto legato alla sintomatologia dolorosa del paziente; questo concetto è per NOI fondamentale da seguire e avremo occasione in seguito di analizzare meglio ogni sfaccettatura.
Bibliografia:
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