“Hai i piedi piatti, non puoi correre senza plantari altrimenti rischi di farti male!”
“Con questi plantari puoi prevenire gli infortuni e migliorare la tua performance!”
Queste sono solo alcune delle baggianate che si sentono dire sia dai commercianti che, ahimè, anche da professionisti della salute.
Le vecchie credenze sono state oramai sfatate dalla scienza: come detto già nello scorso articolo (link all’articolo running e prevenzione infortuni) nessun plantare potrà salvarti da un cattivo allenamento o darti superpoteri e immunità (sarebbe troppo bello ndr).
In più, buone notizie per voi piedi piatti e voi pronatori (ma anche per voi piedi cavi e supinatori): il vostro piede non va corretto a tutti i costi, non rappresenta un fattore predisponente per lo sviluppo di infortuni, quindi possiamo smettere di considerarlo come una deformità bensì come una peculiarità anatomica, un tratto caratteristico come i capelli ricci o il naso aquilino (ogni riferimento a membri del nostro team è puramente causale)
??? Quindi? Questi plantari a cosa servono? Quando sono necessari?
Studi scientifici hanno dimostrato una buona efficacia della terapia ortesica plantare (se fatta bene) nel breve e nel medio termine nella RISOLUZIONE E NELLA CURA degli infortuni dovuti alla corsa.
Ha senso quindi che vi venga proposto un plantare nel caso in cui abbiate un dolore cronico o acuto al piede o all’arto inferiore durante o dopo la corsa.
La valutazione clinica sta alla base della prescrizione di una corretta terapia ortesica plantare:
- Sede del dolore: dolore tendineo, muscolare o articolare
- Modalità della comparsa: improvviso e acuto all’inizio o dopo tot km di corsa, a insorgenza graduale che peggiora durante l’allenamento
- Se persiste dopo la corsa: gonfiore e dolore il mattino seguente o anche durante le ore lavorative e le attività di vita quotidiane
Tutte queste informazioni ci guidano nella realizzazione di plantari che scarichino la struttura lesa durante la corsa, permettendo al paziente infortunato di interrompere per il più breve tempo possibile la sua attività, correre con meno dolore non perdendo allenamento e forza del suo sistema muscolo-scheletrico.
In alcuni casi è necessario avere due correzioni differenti per la corsa e per il quotidiano: ad esempio, per chi lavora per tante ore in piedi come un cuoco o un cameriere o per chi indossa scarpe antinfortunistiche è necessario indossare un plantare differente che riposi la struttura sovraccaricata anche durante le ore lavorative.
ATTENZIONE: se dopo aver letto questo articolo ti viene voglia di toglierti il plantare che ti hanno proposto 10 anni senza che tu avessi il minimo dolore, NON FARLO, il tuo piede ormai è abituato e un distacco repentino potrebbe causarti dolori (non voglio mica prendermi la colpa)! Se proprio tu volessi farlo, ti consiglio una visita per capire insieme come farlo in maniera graduale senza rischi con l’aiuto di esercizi di rinforzo.
Bibliografia:
- Lavigne, Alexandre, et al. “The Role of Footwear, Foot Orthosis, and Training-Related Strategies in the Prevention of Bone Stress Injuries: A Systematic Review and Meta-Analysis.” International Journal of Exercise Science 16.3 (2023): 721.
- Lopes, Alexandre Dias, Angelie Mascarinas, and Luiz Hespanhol. “Are alterations in running biomechanics associated with running injuries? A systematic review with meta-analysis.” Brazilian Journal of Physical Therapy (2023): 100538.
- Peterson, Benjamin, et al. “Biomechanical and musculoskeletal measurements as risk factors for running-related injury in non-elite runners: a systematic review and meta-analysis of prospective studies.” Sports medicine-open 8.1 (2022): 38.
- Hähni, Michaela, Anja Hirschmüller, and Heiner Baur. “The effect of foot orthoses with forefoot cushioning or metatarsal pad on forefoot peak plantar pressure in running.” Journal of foot and ankle research 9 (2016): 1-8.